Descrizione
Ubicazione e stile
Si trova ubicata, nel cuore del centro storico, in piazza Galluccio. E’ appartenuta al complesso monastico delle Clarisse con il titolo di Madonna dell’Annunziata.
La facciata semplice e disadorna è sormontata da una splendida finestra, riccamente intagliata, in pietra leccese; opera, questa, da attribuire quasi certamente al gusto e alla realizzazione plastica del mastro scalpellino Pietro Antonio Pugliese, il quale in quegli stessi anni che vanno dal 1616 al 1619, aveva operato altresì sempre per l’intaglio della pietra leccese nella chiesa di Santa Caterina Novella, attuale parrocchiale di San Biagio, a Galatina.
L’interno, costituito da un’unica aula non molto grande, con i muri perimetrali adorni di altari minori, é scandito in tre navate da quattro colonne. Il coro ligneo, che é stato realizzato per la committenza del Duca Andrea De Vito e che sovrasta l’altare maggiore, è stato realizzato nel 1773 e su di esso è collocato lo stemma degli Andriani.
Le Clarisse
Fin dall’inizio, questo complesso monastico, tuttora individuato con la denominazione ‘di Santa Chiara’ ed eretto insieme con la chiesa dedicata all’Annunziata, costruito negli anni dal 1605 al 1620 con le ‘elemosine’ dei magnati cittadini offerenti e con il contributo di mille ducati da parte dell’Università, é stato affidato all’ordine religioso delle monache claustrali osservanti la regola di S. Chiara, le quali, in esecuzione della bolla del 9 maggio 1618, del pontefice Paolo V, già l’8 novembre del 1620 sono presenti nella nuova dimora di Galatina, con suor Bonaventura Dionisia di Gallipoli e suor Andriella Cavalleria di Brindisi, insieme con 14 novizie. A Maria Donata Scalfo viene riservato il patronato dell’altare maggiore, per aver donato la propria dote per l’erezione del conservatorio per le damigelle dell’aristocrazia cittadina. Il pio sodalizio laicale, invece, per l’amministrazione dei beni della chiesa e del convento, viene fondato da Pietro Mongiò, fratello di fra’ Lorenzo arcivescovo di Lanciano e di Pozzuoli.