Periodo: (1540-1611)
Ingegno versatile, si interessò con estrema facilità di astrologia, alchimia, cosmografia, filosofia, teologia, matematica, retorica e poesia.
Fu allievo di Matteo Tafuri.
Delle sue innumerevoli opere ci resta pochissimo, tra cui: De magnis mundi mutationibus, De solis colore et lumine, De anima, De religione, De profetia, Le distanze e grandezze dei corpi celesti, Della nuova stella apparsa nel 1604, Dell'astrologia di Proclo.
Si ha notizia di altre opere filosofiche mai pubblicate (forse addirittura 34 volumi). E' inoltre da ricordare un suo sonetto in lode dei martiri di Otranto.
Fu uno dei punti di riferimento letterari della Corte galatinese dei Castriota Scanderbeg.
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